Ecco in sintesi il ritratto che emerge dall’omelia di Mons. A. Miglio durante la Santa Messa celebrata all’Asilo della Marina domenica 27 febbraio per commemorare il 58° anniversario della nascita al cielo della SdD suor Teresa Tambelli. La piccola cappella, splendidamente ornata di tulipani variopinti, e l’annessa sala antistante, corredata di maxischermo, hanno accolto i Marianelli, diverse ex alunne e un piccolo gruppo di Figlie della Carità. Un appuntamento, quello di febbraio, che fedelmente si ripete ormai da circa vent’anni quando nel 2000 i Marianelli lanciano l’iniziativa di far memoria grata, con la celebrazione della Santa Messa, della figura della loro “mamma”; così moltissimi chiamavano affettuosamente suor Teresa per le attenzioni materne e l’acume con cui ognuno di loro si sentiva da lei circondato, accolto, amato, migliorato. Di fatto, raccogliendo e istruendo a centinaia Marianelli e altri giovani nulla facenti, nulla pensanti e nullatenenti che – affollavano le vie centrali della città, scorrazzando avanti e indietro facendo “slalom” a piedi, veloci come il lampo, tra il porto, la stazione ferroviaria e il mercato centrale – vivevano di espedienti e sempre in cerca di “darle e di prenderle”, ha saputo farne, nella concretezza del suo tempo, validissimi cristiani, eccellenti cittadini, padri di famiglia, operai qualificati, ottimi impiegati e professionisti nei vari settori della vita pubblica cittadina. Le sue alte e virtuose qualità umane e cristiane hanno fatto di lei un’educatrice d’avanguardia che nella sua “ansia apostolica” radicata nel carisma di San Vincenzo de’ Paoli, lancia i giovani, con la sua proverbiale chiarezza e semplicità, a familiarizzare con la Parola di Gesù. La sua instancabile carità e la dolce fermezza tipica del suo stile educativo sono state le armi più preziose per suscitare entusiasmo costante e assicurare al gusto del bene, nonostante le debolezze e le cadute, più di una generazione di giovani. Noi, ha detto Mons. Miglio: … quante volte ci illudiamo di fare un gesto di amore, di amare qualcuno e poi ci rendiamo conto che il nostro egoismo prende il sopravvento e se – ha ancora proseguito Mons. Arrigo – qualche volta la voce di suor Nicoli e di suor Tambelli, e di tutte le educatrici e gli educatori che ci guidavano nella nostra fanciullezza e gioventù, ci sembravano troppo severi, troppo esigenti, oggi ci rendiamo conto invece dell’importanza che quelle voci hanno avuto nella nostra vita e di come ci hanno aiutati a camminare senza finire nel fosso. Suor Teresa era così vivacemente animata di vita interiore che ogni sua proposta non poteva che far breccia nella volontà dei suoi giovani ai quali, non aveva mai paura di proporre cose non scontate come la preghiera, i ritiri spirituali, piccoli sacrifici per amore di Cristo a favore dei poveri! Ben a ragione qualcuna delle sue ex alunne ancora in questi giorni può scrivere: solo adesso capisco che in realtà stavamo nutrendo di “Amore” la nostra anima! Suor Tambelli ha saputo così incisivamente indicare la strada perché l’incontro con Cristo l’ha sempre condotta alla contemplazione nell’azione del suo Signore presente nella persona che aveva davanti. E pertanto, ha ribadito ancora l’arcivescovo Miglio, tutto questo diventa anche per noi un invito a non aver paura ad indicare qual è la direzione giusta. Certo, dobbiamo farlo sempre con amore, con pazienza. Quando vogliamo indicare la direzione giusta ai giovani e siamo arrabbiati, rischiamo di guastare quello che vogliamo fare. Indicare la direzione giusta con la pazienza, con l’amore, con la capacità di attendere, così come il Signore ha avuto pazienza con noi e ha saputo aspettare; tutte le volte che abbiamo sbagliato Lui ci attendeva con pazienza per rimetterci sulla giusta strada. Una indicazione della Parola di Dio, che ci aiuta a capire ancora di più la funzione che hanno avuto persone come suor Tambelli e la Beata Nicoli, che ci richiamano alla nostra responsabilità di trasmettere e comunicare quella luce che abbiamo ricevuto… Il punto di arrivo non è la fine della nostra vita terrena ma è la vita che Gesù Risorto ci ha donato. Allora quando parliamo di strada, della direzione, vogliamo arrivare alla Via, alla pienezza della Vita, alla pienezza dell’Amore. Un’eredità quella di suor Tambelli e della beata suor Nicoli che ancor oggi ci riempie di Speranza nonostante le diverse età delle nostre “giovinezze” tutti siamo incoraggiati e invogliati a tenere fisso lo sguardo su Cristo Risorto perché dai nostri occhi trapeli la luce del suo Amore, del suo Perdono e della sua Misericordia verso tutti.

Autore: M.R. Columbano