Una grande e bella partecipazione di fedeli al triduo e alla Festa della Beata Suor Giuseppina Nicoli. Marianelli, ex-alunne dell’Asilo della Marina, devoti e, naturalmente, le Figlie della Carità. Il primo giorno, come tradizione, le Reliquie sono state portate, processionalmente, dalla Cappella dell’Asilo sino alla Parrocchia di Sant’Eulalia. La Santa Messa è stata presieduta da Don Pietro Mostallino, parroco presso la parrocchia S. Ignazio da Laconi in Serramanna. Durante l’omelia si è soffermato a raccontare i sentimenti e le emozioni vissuti durante il piccolo pellegrinaggio delle reliquie: Mi sono chiesto: chissà quante volte (Suor Nicoli) è passata per quelle strade, è venuta in questa Chiesa, ha soccorso i Poveri, i bisognosi di allora… chi aveva bisogno del pane, chi di una parola di conforto, chi di giustizia. Mentre venivo fin qui, pensavo alle povertà di oggi, all’indifferenza religiosa… dobbiamo ancora una volta metterci nelle mani di Dio, affidarci all’intercessione della Beata Giuseppina, perché tutti gli uomini, e noi per primi, possiamo scoprire l’importanza di questa luce necessaria per una vita serena, gioiosa, bella.

Il secondo giorno la Santa Messa è stata presieduta da Padre Stefano Cogoni, parroco presso la parrocchia Sant’Antonio di Padova in Quartu Sant’Elena che, durante l’omelia, ha raccontato un aneddoto: A Sassari (Suor Nicoli) ha vissuto nell’Orfanotrofio, proprio affianco al convento dei frati, in piazza San Pietro di Silki. C’è un fatto che si racconta della Beata, scritto nelle nostre cronache. In un momento di estrema sofferenza fisica, le suore si avvicinano dai frati e chiedono la possibilità di poterle far indossare il mantello della Madonna. I frati offrono il mantello, lo poggiano sul corpo della Beata che, dopo qualche giorno, riprende la sua dinamicità come se niente fosse. Perché Dio ha privilegiato questa donna? Perché si è lasciata amare. Sono questi i segreti della santità

L’ultimo giorno del triduo, la Messa è stata presieduta da presieduta da Don Raimondo Mameli, rettore della chiesa di Sant’Agostino in Cagliari che, nella sua omelia, ha cercato di immaginare come Suor Nicoli si comporterebbe oggi: Cosa farebbe nel cambiato assetto socio-religioso del quartiere Marina nel quale lei ha operato? Non ha conosciuto la secolarizzazione, la condanna di scristianizzazione, il dramma di tanti battezzati che non vivono la loro appartenenza a una comunità ecclesiale. Cosa farebbe suor Nicoli in un quartiere nel quale convivono diverse espressioni non solo culturali ma anche religiose? La immagino impegnata tutto il giorno a lavorare in mezzo ai giovani, ai ragazzi, ai più bisognosi, e la sera che sottrae qualche ora al riposo magari per imparare la lingua araba, per entrare in dialogo con questi nostri fratelli. Dobbiamo essere pronti a questa sfida di dialogo che sia funzionale non solo alla conoscenza reciproca ma anche, eventualmente, a diffondere gli autentici valori del cristianesimo. L’intero triduo è stato animato dal Coro della parrocchia di Sant’Eulalia.

Domenica 22 ottobre è il giorno della Festa ma anche la domenica dedicata alle Missioni, una coincidenza? Le vie del Quartiere Marina, colorate e decorate, accolgono anche persone che non conoscono la Beata, incuriositi dalle processioni e da tanto movimento. La Celebrazione Eucaristica, animata dal Coro diretto da Fabrizio Gungui, è presieduta da S.E. Mons. Mosè Marcia, Vescovo emerito di Nuoro. Durante l’omelia, prendendo spunto dalle letture, si è così espresso: Suor Nicoli era una donna del silenzio, e alle aspiranti (giovani in cammino vocazionale tra le Figlie della Carità) diceva: “il silenzio è quasi sempre d’oro. La parola è d’argento, quando è a proposito, oppure è di ferro o piombo quando offende, oppure di argilla e fango, immondizia avvelenante”. La seconda cosa che vive questa donna per dominare il carattere ed essere un’educatrice, per vivere la sua fede e aiutare le ragazze a vivere la loro, è la preghiera. La preghiera non deve mancare per vivere la carità, diceva lei. La terza cosa è l’interiorizzazione, intesa da lei come abitudine a rientrare in se stessi, la capacità di riflettere, di dirigere tutto a Dio, di seguire la propria coscienza. Suor Nicoli è lontana dal Concilio Vaticano II, ma quando parla di seguire la coscienza ha delle espressioni che ritroviamo nella Gaudium et Spes al numero 16, dove si dice che dobbiamo seguire la coscienza: “anche quando questa fosse erronea”… sarà mio dovere correggerla, ma è necessario seguirla. Conversare con Dio consultandolo in tutto. Se guardiamo alla vita di questa santa, ricordo che oggi è la Giornata Missionaria, la trovo davvero missionaria, perché il motto di oggi è: “cuori ardenti, piedi in cammino”, per me è la foto di questa donna. Un cuore ardente dell’amore di Dio che non la lasciava star ferma un attimo. Allora capisco tutta la sua attività in questo Quartiere, tutto il suo darsi da fare, che parte da un cuore ardente dell’amore di Dio. Al termine della Santa Messa, la consueta processione che, anche quest’anno, ha concluso i festeggiamenti.

Autore: Redazione