Se per noi F.d.C. è stata una gioia accogliere i nostri fratelli e sorelle afgane in seguito al disastro umanitario conseguente al ritiro delle truppe statunitensi ed alleate dall’Afghanistan, per loro invece l’approdo è stato un misto di tristezza e di gioia. Il loro è stato un viaggio difficile e incerto, vissuto nella sofferenza e nel dolore per la separazione dai famigliari e dalla loro patria pur nella speranza di poter ritornare a vivere insieme nella pace e nella serenità. Sono circa le 24:00 quando dal cancello della Casa Santa Luisa si scorge un pullman bianco… ecco arrivano! sono loro…! La prima ad accogliere i nuovi arrivati, all’ingresso della Casa, quale Madre amorosissima, è la dolcissima Madonna di colore bianco marmoreo, maestosa e luminosa che nel silenzio della notte sembra osservare e ascoltare il profondo dolore che accompagna i suoi amati figli. Dall’altra c’è tutta la nostra emozione e commozione, i nostri cuori traboccano di tenerezza. All’ingresso della Casa Suor Nicoli c’è lo Staff dei Responsabili Caritas e alcune Sorelle della Comunità “Santa Luisa”. I nostri fratelli scendono dall’autobus piano, piano, sono donne, uomini, madri in attesa e madri con bambini in braccio addormentati, ragazzi, ragazze, stanchissimi, provati, tristi e disorientati… chissà con quale cuore…! Con quali pensieri…! Il distacco da tutto e da tutti già pesa…! L’essere riusciti a fuggire dalla disumana situazione, invece, sa di miracolo! I loro tesori sono tutti dentro le loro borse e nelle grandi buste di plastica, strapiene di effetti personali. Li abbiamo aiutati e accompagnati a sistemarsi nelle proprie camere predisposte con ordine; i tavoli sono ben apparecchiati e la cena è già pronta; si tocca con mano la presenza di Gesù che dice ai Suoi: venite… mangiate… bevete… È stata una mamma siriana che abita in città a preparare la cena tipica della tradizione afgana. Anche se gli ospiti sono stanchi e affaticati, accettano di buon grado di ritrovarsi tutti nella sala da pranzo per rinfrancarsi e trovare ristoro in un po’ di bevande fresche e in un buon riso composto di pollo e verdure; piatto unico come da tradizione. Trascorsi ormai diversi giorni, i loro volti cambiano; sono più sereni e sorridenti, contenti di aver incontrato persone che interagiscono con loro e di loro si prendono cura. Infine l’ambiente, gli spazi della casa e il sole che illumina e riscalda permettono ai bambini di svagarsi all’aria aperta, in giardino, con giochi ricevuti in dono. Ai ragazzi non manca lo spazio per una partita a calcio, né agli uomini la possibilità di giocare a carte, seduti in cerchio sopra una coperta di lana, mentre le donne fanno una serena e rilassante passeggiata. Ai nostri fratelli afgani ci piace augurare di cuore una serena permanenza, per una ripresa umana e spirituale nella speranza di un futuro migliore. Intanto ringraziamo chi in modi diversi si prodiga a loro favore per sovvenire alle necessità primarie e urgenti.

Autore: La Comunità Santa Luisa, in Sassari