In un tempo cruciale di dolore muto e di morte, veniamo ridestati dalla domanda di Gesù: “…non avete ancora fede?”. E tutti, come ha ricordato con sapienza illuminata il Santo Padre Papa Francesco, ci scopriamo fragili, inconsistenti, bisognosi di uno sguardo profondamente rinnovato e trasformato dal surplus di una fede più profonda e di una preghiera che arrivi al cuore di Dio. Sulla barca della Chiesa, la Comunità Vincenziana si confronta ancora sulla Fede per restare saldi in Cristo, si confronta sulla Carità perché il fare sia perfettamente aderente all’essere e si confronta sulla Speranza perché, remando insieme nella medesima direzione, sappiamo e possiamo restare ancorati alla fonte di ogni speranza senza perderci d’animo; confortandoci a vicenda, sempre più consapevoli che la battaglia la si vince uniti. Anche le nostre Sorelle malate e anziane delle diverse infermerie, con la preghiera del cuore che è tutt’uno con l’offerta di sé, partecipano al dolore della nostra Italia e del mondo intero. Sanno bene che la preghiera abbatte ogni distanza e perciò sono affettuosamente e fraternamente partecipi del dolore incontenibile di migliaia di famiglie che hanno perso i loro cari e di altrettante che oggi sono cadute in stato di disagio economico e di povertà. Esse non dimenticano i numerosi sacerdoti, falciati anch’essi, nel silenzio più totale, dal COVID-19, e sempre in prima linea nelle prime e più acute fasi di questa epidemia, strumenti della più delicata e fattiva Carità, verso quanti non avevano non solo una casa o un tetto dove riposare ma neppure di che sfamarsi. Le nostre Sorelle affidano alla potente intercessione della Madre di Dio i tantissimi medici, paramedici, infermieri, portantini e numerosissimi altri operatori volontari che con coraggio, competenza, professionalità e umanità, si sono prodigati e si prodigano a favore delle migliaia di ammalati nelle ambulanze, negli ospedali da campo, nelle terapie intensive e/o nelle Case di Riposo. Oggi il nostro sguardo, come quello delle nostre sorelle malate e anziane, rimane più che mai fisso su Cristo, Luce senza tramonto, perché attingiamo da Lui forza, fiducia e consolazione che, dall’alto della Croce nel silenzio più stringente e nell’abbandono più totale, vuole ancora donare alla nostra povera umanità, sfatta dal dolore e dalla morte ma anche interiormente consolata dall’unica certezza che, oltre la morte, avremo vita in abbondanza.

Autore: M.R. Columbano