Suor Maria Milka Superina

Suor Maria Milka Superina nacque a Fiume il 14 settembre 1896. Suo padre Enrico, capomastro, e sua madre, Natala Blasich, la lasciarono presto orfana. Per cui visse quasi sempre in istituto. Entrò in comunità il 29 aprile 1922, dopo un breve postulato a Mestre. Alla presa d’abito, il 9 novembre 1922, fu inviata ancora a Mestre. Dopo due anni, nel settembre 1924, fu destinata all’Istituto San Vincenzo di La Maddalena come insegnante delle scuole elementari. Suonava il pianoforte. Amava la musica e ne trasmetteva il gusto attraverso l’insegnamento del canto, che voleva limpido e trasparente. Fu assente da La Maddalena tra il 1939 e il 1941, essendo stata trasferita all’orfanotrofio di Sassari. Il 29 gennaio 1941, dopo la morte di suor Gotteland e dopo il superiorato durato solo un anno di suor Maria Casu, fu nominata suor servente a La Maddalena. Dopo i bombardamenti dell’isola del 10 aprile 1942, con lo sbarco delle truppe anglo-americane nell’isola e con il crescere delle operazioni belliche, dovette trasferire a Buddusò, in una vecchia casa abbandonata di via Amsicora, le orfane insieme alle suore, in tutto 38 persone. Rientrata a La Maddalena riorganizzò l’attività scolastica ed educativa. Ottenne l’uso di Punta Tegge con i capannoni della ex-batteria militare, organizzandovi colonie estive per le bambine dell’istituto e dell’isola. Collaborò con la parrocchia, alimentando la partecipazione delle giovani all’Azione Cattolica e all’associazione delle Figlie di Maria.

Nel 1953 fu trasferita come superiora all’orfanotrofio di Sassari, ma vi rimase solo un anno, poi fu inviata nuovamente a La Maddalena. Il 31 agosto del 1956 fu nominata vice-visitatrice della neonata vice-provincia di Sardegna delle Figlie della Carità. Vi rimase esattamente un anno, poiché nell’agosto del 1957 ritornò ancora una volta come superiora a La Maddalena. Trasferita ancora nel 1974 per un breve tempo a Sassari al Rifugio Gesù Bambino, ritornò poi a La Maddalena, dove morì il 29 novembre 1981, all’età di 85 anni.

Guidò l’Istituto San Vincenzo di La Maddalena con amore e saggezza destando attorno a sé stima profonda ed ammirazione. Gustava ed amava la vita di famiglia. La sua fu una lunga vita d’amore: Gesù, la Vergine Santa, San Vincenzo e Santa Luisa al primo posto, poi le sorelle e i poveri. La sua virtù non si è mai smentita neppure durante gli ultimi cinque mesi di grandi sofferenze fisiche e morali. Accettò le cure, anche le più dolorose con serena rassegnazione e spesso la si sentiva ripetere: “Sia fatta la santa volontà di Dio”. Manifestava stima e riconoscenza per i medici e le infermiere che si prodigavano per conservarla più a lungo all’affetto delle persone che l’amavano e la stimavano. Suor Superina ha lasciato in eredità le virtù cristiane e vincenziane. La prudenza e l’equilibrio erano le colonne su cui si basava la sua esistenza. Il suo ricordo rimane vivo nel cuore di tutti i maddalenini e in particolare di quanti poterono apprezzare direttamene le altissime qualità morali.