
Si, la serva di Dio suor Teresa Tambelli, dal 20 giugno scorso, per la Chiesa cattolica è dichiarata Venerabile. Il Santo Padre Leone XIV ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto riguardante “le virtù eroiche della Serva di Dio, suor Teresa Tambelli” che, a Cagliari, nel Quartiere di Marina – Stampace e nelle periferie più estreme della città ha servito Cristo nei poveri. Dal suo arrivo a Cagliari, all’età di 23 anni, sino al giorno della sua morte, 23 febbraio 1964; per 57 anni ha annunciato ai poveri la Bella Notizia del Vangelo e li ha serviti con grande Carità e compassione, secondo il carisma di San Vincenzo de Paoli e di Santa Luisa de Marillac. Olga Tambelli nasce a Revere, in provincia di Mantova, in Lombardia, il 17 gennaio 1884, sesta di sette figli; la sua è una famiglia colta e agiata. Il papà, pur essendo avvocato, anziché esercitare la sua professione, segue Garibaldi nella famosa spedizione dei Mille. A 13 anni rimane orfana di entrambi i genitori. Compie i suoi studi a Parma presso le Figlie della Croce; incontra e conosce le Figlie della Carità durante le sue vacanze, ad Ostiglia, presso la sorella maggiore. È conquistata dal loro portamento semplice e cordiale. Dopo il diploma, entra tra le Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli e da quel momento la sua vita è tutta una missione di bruciante Carità. Chiede le Missioni estere invece è inviata in Sardegna, altra terra di Missione del tempo; nel 1907 sbarca Cagliari, la sua nuova Casa è l’Asilo della Marina. Nella sua nuova realtà comunitaria e di servizio è amabile, umile, disponibile e caritatevole verso tutte le consorelle. Da subito conquista i cuori di tutti. A partire dal 1914, anno in cui suor Nicoli fa il suo ingresso all’Asilo della Marina, l’audacia della missione da cui le due consorelle sono animate, produce una rivoluzione della Carità dentro e fuori il Quartiere Marina. Nel 1925 suor Tambelli, succede a Sr Nicoli come nuova suor servente della casa. Ne prosegue l’opera con finezza di tratto e infaticabile generosità. Adegua le scuole alle nuove norme, mantiene vivo e dinamico l’asilo e i laboratori.
Nel 1941, apre la scuola media parificata e le magistrali legalmente riconosciute. Ma ad avere un posto tutto speciale nel suo cuore sono i Marianelli, la seconda generazione dei celebri is piccioccus dei crobi di suor Nicoli. Ogni domenica mattina, mentre la città dorme ancora, in compagnia di un’altra suora si aggira per le viuzze mal schierate del quartiere per battere le mani davanti alle porte più o meno sconnesse di casupole e tuguri. Spesso, la voce insonnolita di una mamma fa eco al richiamo della suora: “Efisio! Luigi! Tonio!… E’ l’ora della Messa!…“. Non è infrequente che per fare più in fretta, suor Teresa sulla soglia dello scantinato si chini per aiutare il piccolo ritardatario ad infilare le calze, quando le ha.
Con Angelica pazienza ed affetto veramente materno raccoglie gli altri bambini che dormono sotto i portici di via Roma, avvolti in cenci, sdraiati sulle panche del giardino pubblico o sul fondo di una barca. Per loro suor Teresa fa tintinnare un campanello ed essi arrivano chiassosi, per unirsi al gruppo e arrivare in orario alla Messa delle sei, in parrocchia, a Sant’Eulalia. Dopo Messa, tutti a colazione all’Asilo della Marina, una tazza di buon caffè latte e panini appena sfornati con mortadella.
Il suo modo di fare catechismo è così vivo, chiaro e comunicativo che arriva sempre a conquistare i cuori dei suoi piccoli amici. Nel secondo dopo guerra, si spinge fino alle estreme periferie di Cagliari, insieme con le suore più giovani, Damine e Figlie di Maria, a piedi, con sacchi di provviste sulle spalle. Ha immensa fiducia nella Divina Provvidenza. Due volte l’anno, a Natale e per la festa di san Vincenzo, organizza il pranzo per 1500 poveri. Tra il 1940/ ‘43 apre la Casa agli sfollati e, dopo il 1943, tutta la Comunità sfolla a Uras, un paesino dell’entroterra sardo; qui allestisce una cucina popolare per i poveri, avvia la Scuola Media e il catechismo a quanti si preparano per Prima Comunione. Con altre suore insegnanti, fa scuola in alcune classi delle elementari per tutto un Anno scolastico.
Quando cade vittima delle angherie del Presidente dell’Amministrazione, lo stesso che aveva calunniato suor Nicoli, vive la prova con eroica virtù cristiana. Cacciata dalla città il 1 gennaio 1934, vive per nove mesi tra Olbia, Torino e Milano facendo da tappabuchi alle Consorelle; a Milano dove sosta più a lungo serve i poveri assieme al beato Card. Schuster, sempre con volto ilare e perfetta serenità di spirito. A Cagliari molte personalità vogliono farla rientrare, ma il prefetto, avendo dato parola al presidente, non cede, rimane fermo nella sua decisione.
Per i superiori, benché lontana, suor Teresa resta la Suor servente delle Suore della Marina; sono proprio loro che assieme alle Figlie Di Maria, le Damine e a moltissime mamme ed alunne, fanno un Triduo a Nostra Signora di Bonaria per chiedere la grazia di riaverla in Casa. Il 27 settembre, Festa di San Vincenzo de Paoli, suor Teresa rientra in città per la gioia di tutti. Il 23 febbraio 1964, subito dopo la Messa, il suo cuore cessa di battere improvvisamente, sfinita dalla stanchezza ma con le “armi” alla mano. La preghiera che Sr Teresa ha sempre insegnato e Marianelli: “Gesù, Giuseppe, Maria vi dono il cuore e l’anima mia; Gesù, Giuseppe, Maria che il mio ultimo cibo sia la santa Eucaristia” è esaudita. I poveri arrivano in massa, la piangono e non la lasciano fino al momento della sepoltura. Era la nostra Mamma, ripete uno di loro mentre sostiene il feretro fino al cimitero di Bonaria, da ragazzi veniva a svegliarci a casa per la Messa. Di lei è stato detto che nessuno saprà mai in quale maniera riuscisse ad aiutare tutti. Suor Tambelli è una testimonianza autentica della Carità di Cristo vivente nella sua Chiesa. Di lei è stato detto che nessuno saprà mai in quale maniera riuscisse ad aiutare tutti.
Autore: M.R. Columbano, FDC