Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa (Papa Francesco 27 marzo 2020).
Corona virus una parola sconosciuta un alieno proveniente da un paese lontanissimo che improvvisamente ha fatto irruzione nella nostra vita tranquilla. Inizialmente pur non capendo a fondo ciò che ci stava realmente accadendo, ha messo in subbuglio, come dappertutto, la nostra piccola realtà scolastica: le prime paure di contagio per cui subito il ricorso ad amuchina e disinfettanti di vario genere… I bambini che senza capire realmente la gravità del momento si divertono a disinfettare mani, banchi tutto… Un gioco! Mentre questo Signor Virus nel vederci indaffarati ad eliminarlo se la ride sotto i baffi… come un elefante quando qualcuno gli fa il solletico. Così dal 4 marzo il Covid 19 ci ha rinchiuso tutti dentro le nostre Case, a debita distanza gli uni dagli altri, secondo le indicazioni governative. Non più passeggiate per respirare l’aria pura e fresca del Lungo mare Isola Bianca e ammirare le bellezze del creato che la nostra città di Olbia ci regala. La scuola è piombata in un silenzio malato, senza il vociare allegro dei bambini, il loro chiacchiericcio festoso ed esuberante che dava nuova energie anche a noi adulte e in età avanzata. Dai bambini, al dire dei genitori, questa pausa forzata, inizialmente è stata accolta come una vacanza inattesa, ma col passare del tempo, si è fatta strada la nostalgia per l’inaudito, la scuola!!! Talvolta vista come qualcosa che ti strappa da qualcuno come i genitori, o da qualcosa come il gioco e il divertimento… Una malinconia a cui i social hanno sopperito per piccoli e grandi, e che da mezzo per restare isolati è diventato un mezzo per stare uniti, inter-connessi. Ed è così che i bambini hanno potuto esprimere le loro emozioni nei tanti messaggi vocali e scritti: voglio tornare a scuola, mi mancano i miei compagni, le maestre, i giochi di squadra, perfino gli inevitabili bisticci… Anche a noi maestre la situazione ha cambiato il nostro modo di far scuola, le schede che non bastano più, lo studio dai libri improvvisamente quasi superato dalle lezioni a distanza. Ricorderò sempre, la gioia degli alunni il giorno della prima video lezione, rivedere ciascuno i propri compagni e le maestre! Che gioia! I loro occhi luminosi erano lì a dirlo, tutti uniti come in un vero, contagioso e grande abbraccio virtuale…. La maestra e, con lei, la scuola entrando in ogni casa, coinvolge mamme e fratellini, diventando una scuola allargata… una scuola di villaggio all’aperto. È vero che la tecnologia ha reso meno drammatica la situazione ma non sostituirà mai la scuola vera quella fatta dei tanti momenti umani del gruppo classe caratterizzata da sguardi, carezze e abbracci, gioco, senza dimenticare la fatica produttiva dell’apprendere e di crescere.
Affido a Maria Santissima i bambini e le loro famiglie con le parole prese dalla preghiera fatta dal cardinale di Bologna il 22 aprile nel Rosario per l’Italia:
Versa nel nostro cuore l’azzurro del tuo amore, o Maria, che ci liberi dalla paura e ci faccia incontrare Gesù, nostra salvezza, ci liberi dal male e guarisca le ferite procurate dal virus, e con il tuo amore fino alla fine facci sentire forti per amarti per sempre.

Autore: Suor Piera Manunta FdC