Oggi, 9 maggio, la Chiesa celebra la memoria liturgica di Santa Luisa De Marillac, cofondatrice con San Vincenzo de’ Paoli delle Figlie della Carità. È una giornata preziosa per rinnovare la nostra gratitudine e per custodire la memoria di una vita donata totalmente a Dio e ai poveri. Suor Giuseppina Nicoli, in una sua istruzione alle giovani seminariste, sottolineava quanto fosse importante ricordare le date che onorano la nostra famiglia spirituale. Come accade in ogni famiglia che ama le proprie radici, anche la nostra Comunità è chiamata a conservare nel cuore i momenti fondativi. Non per nostalgia, ma per ravvivare la fiamma della vocazione, ci invita a custodire con amore questa ricorrenza, perché ogni comunità vive nella misura in cui sa ricordare le radici sante da cui è nata.

La santità di Luisa De Marillac non si manifestò in opere straordinarie, ma nella fedeltà quotidiana. Fu una donna che visse il Vangelo con radicalità silenziosa: ha amato Dio nel matrimonio, nella vedovanza, nella consacrazione e nel servizio dei poveri. Ogni tappa della sua vita fu risposta a Dio, anche quando la strada era diversa da quella che avrebbe scelto. Ha vissuto la carità anche nei piccoli gesti. Viaggi faticosi, pasti semplici, catechismo e cura dei poveri: lì brillò il suo amore per Cristo. La sua santità fu limpida, perché radicata in una donazione totale, senza riserve. Come disse il Parroco che la vide morire: «Se ne va in Paradiso con l’innocenza battesimale». Un’anima rimasta pura, perché ha vissuto con un cuore sempre donato.

Suor Giuseppina conclude questa riflessione con parole che restano attuali: «Oh quanto è bella la nostra vocazione! Noi dobbiamo amarla e stimarla sempre più! Noi non ringrazieremo mai abbastanza il buon Dio della grande grazia che ci ha fatto». In questo 9 maggio, mentre celebriamo la festa della nostra Santa Madre, rinnoviamo il nostro impegno a vivere la vocazione con amore, semplicità e dedizione. Santa Luisa ci mostra che la santità è possibile nella misura in cui si fa della propria vita un dono, nella fedeltà quotidiana al Vangelo e ai poveri. Che la memoria di Luisa De Marillac sia per tutti stimolo a vivere con generosità la vocazione ricevuta. Di seguito le parole con cui Suor Giuseppina Nicoli, allora Direttrice del Seminario a Torino, dava istruzioni alle seminariste sulla figura di Luisa De Marillac:

11ᵃ Istruzione: La Venerabile Madre Luisa De Marillac (28 novembre 1912)
Testo tratto da: Scritti. Istruzioni alle Seminariste; Volume IX; Quaderno XX (pagg. 28-29)
Il 29 novembre vigilia di Sant’Andrea è il giorno in cui la Venerabile Madre ha cominciato le sue opere. Come in una famiglia si ricorda tutto ciò che onora la famiglia stessa, così noi dobbiamo desiderare di conoscere ciò che riguarda la nostra Comunità e ricordare le date più importanti. La nostra Venerabile Madre, essendo rimasta orfana, per consiglio del suo confessore, abbracciò lo stato matrimoniale, sebbene essa sentisse piuttosto desiderio di consacrarsi a Dio entrando nell’ordine di San Francesco. Rimasta vedova, si pone sotto la direzione di S. Vincenzo de’ Paoli, che con la sua prudenza e saggezza, a gradi a gradi la conduce alla più alta perfezione. Essa bramava vivere poveramente e servire i poveri. S. Vincenzo l’incaricò di visitare le Confraternite della Carità, che erano sorte nei dintorni di Parigi. Partì per la sua 1^ visita il 29 novembre, dopo aver fatto la Santa Comunione. Allora i viaggi presentavano mille difficoltà. La Venerabile Madre viaggiava su povere carrette, passava le notti in poveri alberghi, si nutriva di povero vitto. Quando rientrava in Parigi si occupava delle buone opere della sua parrocchia: quella di S. Lorenzo. Non si concedeva un minuto di riposo: insegnava il catechismo, assisteva, consolava i poveri. S. Vincenzo le affidò poi alcune figlie, ch’essa formava alle opere di carità, a cui s’era interamente consacrata. Così cominciarono le nostre opere. Il Parroco di S. Lorenzo che assistette in punto di morte la nostra Venerabile Madre, esclamò: “Oh la bell’anima che se ne va in paradiso con l’innocenza battesimale! Essa fu pura nella sua giovinezza, nello stato di matrimonio, fu pura da vedova, pura nel tempo in cui tutta fu consacrata alle opere di carità”.  Oh quanto è bella la nostra vocazione! Noi dobbiamo amarla e stimarla sempre più! Noi non ringrazieremo mai abbastanza il buon Dio della grande grazia che ci ha fatto.

Autore: la Redazione